Tra le aziende associate alla CNA di Fermo che hanno risposto “presente” all’appello di Federmoda, relativo alla mancanza di dispositivi di protezione individuale, riconvertendo la propria produzione per realizzare mascherine, vi proponiamo voci e volti di alcune di loro:

PAOLO MATTIOZZI, Studio Immagine, Porto Sant’Elpidio: Questa avventura, su un terreno del tutto sconosciuto, è nata insieme a CNA. Noi ci occupiamo di accessori per l’alta moda, oggi l’azienda invece produce mascherine chirurgiche, da lunedì a pieno regime. Possiamo realizzarne 1000 al giorno, in prospettiva 1500. Abbiamo creato una filiera con altre aziende, produttori di materiale, laboratori e trancerie esterne. Spero di tornare presto a fare il mio prodotto, vorrà dire che l’emergenza sarà finalmente passata”.

MANILA TALAMONTI, Blu Maison di Montegranaro:Con la mia socia Cinzia Pizzichini realizziamo abiti da sposa e cerimonia. Oggi, attraverso CNA, siamo entrate a far parte della filiera nazionale di aziende organizzata da CNA Federmoda, occupandoci del confezionamento delle mascherine. Sono stati giorni molto complicati, la burocrazia purtroppo ha allungato i tempi, ma ora ci siamo: abbiamo 4 persone in laboratorio, le distanze saranno garantite, inizieremo con 500 pezzi al giorno, per poi aumentare”.

DEVIS ALESI, Alex srl di Offida:Facciamo tomaie contoterzi, per Tods. Ci siamo riconvertiti alla produzione di mascherine chirurgiche con TNT da 30 grammi. Ipotizzando turni di 8 ore e 3 gruppi al lavoro, possiamo arrivare a 2500 pezzi al giorno. Burocrazia, adeguamento degli impianti, dei locali, acquisizione dei requisiti per un prodotto a norma e di qualità: essere operativi in 15 giorni è molto difficile e gli incentivi sono disponibili solo per investimenti consistenti. Ci vuole un taglio di minimo più basso”.