Nel Fermano le imprese con certificazione bio sono solo 229, con un’incidenza sul totale di 110 ogni 10 mila imprese, mentre le imprese marchigiane bio sono 2.921. L’incidenza media in Italia è di 102 imprese ogni 10 mila (le aziende con certificazione bio sono 62.364), quindi il Fermano e le Marche (con 171) si classificano sopra la media, ma senza dubbio è possibile fare di meglio.

Pesce, carne, verdure, legumi, ma anche pasta, farine, olio, vino: aumenta e si diversifica l’offerta di produzioni biologiche Made in Marche. Secondo i dati Infocamere, elabotari dal Centro Studi Cna Marche, quasi la metà delle imprese con certificazione bio, è nata negli ultimi tre anni e una su tre tra ha avviato l’attività tra il 2010 e il 2014. Si tratta soprattutto di aziende agricole (oltre l’84 per cento). Il restante 16 per cento si divide tra commercio, manifattura, alloggio e ristorazione.

La provincia marchigiana con la maggior concentrazione di imprese bio è Ascoli Piceno, dove ce ne sono 232 ogni 10 mila per complessive 577 aziende con la certificazione biologica. Invece la provincia col maggior numero di imprese biologiche è Macerata (813 e 210 ogni 10 mila).  Sul territorio pesarese esercitano la loro attività 748 aziende bio mentre ad Ancona sono 554 e a Fermo 229.

“ Mentre le aziende agricole marchigiane” commenta Francesca Petrini presidente Unione Agroalimentare Cna Marche “continuano a diminuire, quelle con certificazione biologica sono in crescita. Tra ottobre 2017 e lo stesso mese del 2018 sono passate da 2.727 a 2.921 con l’apertura di 194 nuove imprese e 600 nuovi occupati. Nello stesso  periodo le aziende agricole in attività nella regione sono scese da 27.380 a 25.872, con la perdita di 1.508 imprese. E’ la dimostrazione di una crescente attenzione di consumatori per i prodotti biologici e agroalimentari di qualità, certificati ed a chilometri zero. L’impresa bio è anche donna. Quelle femminili sono il 30 per cento del totale mentre il 12 per cento ha un titolare under 35. Le imprese bio non utilizzano concimi, diserbanti, pesticidi e Ogm. Tra l’altro ricordo che la Cna aderisce a ‘Liberi da Ogm’ insieme alla Coldiretti e difende biodìversità e produzioni tipiche locali.”