“Il voto plebiscitario del Parlamento europeo, che propone alla Commissione di estendere la tutela delle indicazioni geografiche alle eccellenze artigianali non alimentari, rappresenta un decisivo passo in avanti verso una maggiore valorizzazione della qualità, della cultura e del sistema economico italiano ed europeo contro gli usurpatori e i contraffattori delle nostre migliori produzioni”. Lo si legge in un comunicato della Cna.
“La Cna – prosegue la nota – confida in un iter rapido della discussione all’interno della Commissione, in grado di dare concretezza al grande invito giunto dai parlamentari europei, opportunamente orientati dal relatore Nicola Danti. Le azioni di sensibilizzazione e di mobilitazione intraprese dalla nostra Confederazione, come l’iniziativa svolta recentemente a Vietri sul Mare, continueranno nei prossimi mesi in tutti i territori interessati, in collaborazione con i parlamentari europei intenzionati a proseguire questa battaglia. Su circa 800 produzioni artigianali europee di altissima gamma l’Italia ne schiera oltre 70. Eccellenze che vanno dall’alabastro di Volterra ai coltelli sardi, dai gioielli di Valenza ai ricami di Comiso e, in particolare, alle ceramiche di ben 33 città. Sono produzioni – conclude il comunicato della Cna – che ci rendono orgogliosi e che possono fare ancora più grande il nostro Made in Italy”.
“Il valore della creatività italiana può contribuire a farci uscire dalla crisi. Fondamentale è la qualità dei prodotti: una qualità che non coincide solo con la certificazione, per altro fondamentale, ma che si sostanzia nella qualità del prodotto percepito dal cliente”. Lo ha dichiarato Daniele Vaccarino, presidente nazionale della CNA, in occasione dell’iniziativa “Made in Italy piemontese”.
“E’ sbagliato pensare ad un Made in Italy limitato al food e ai settori tradizionali – ha aggiunto Vaccarino – la specificità della produttività italiana è legata anche a prodotti altamente tecnologici e innovativi".
Ma sostegno al Made in Italy è anche lotta alla contraffazione. Contraffazione non solo dei singoli marchi, ma di quello d’origine o dell’indicazione geografica di provenienza delle merci. “E’ un danno grandissimo per le imprese – sottolinea Vaccarino – quello derivante dalla indebita o falsa indicazione Made in Italy, specie nelle esportazioni, poiché alle lavorazioni italiane viene riconosciuto dai mercati un valore aggiunto”.
“La contraffazione, come noto, produce enormi danni al sistema economico – conclude il Presidente della CNA -. Il falso non danneggia solo i prodotti copiati, ma anche i ‘non-marchiati’, a causa dell’ingenerarsi di una concorrenza economica scorretta e culturalmente malsana. Danneggia, inoltre, quel sistema fatto da imprese contoterziste che operano in maniera trasparente e rispettosa delle regole e che insieme a tutte le piccole e medie imprese italiane rappresentano la colonna portante del Made in Italy”.