Le Marche del disagio imprenditoriale. Al nono posto tra le regioni italiane, le imprese marchigiane fino a 20 addetti hanno manifestato, nel 2013, un indice di disagio imprenditoriale pari a 54,3, contro una media nazionale del 53,1. A precederci, in questa particolare classifica, solo le regioni meridionali e l’Umbria. Ancora peggio era andata nel 2012, quando le Marche si erano piazzate al terzo posto con un indice di disagio pari al 59,8. Peggio di noi solo Campania e Basilicata.
A renderlo noto il Centro Studi Sistema della Cna Marche, che ha elaborato i dati delle due indagini realizzate nell’ultimo biennio da “Fondazione Impresa”, su dodici parametri riferiti alla criticità del contesto economico e imprenditoriale delle venti regioni italiane.
Tra gli indicatori considerati vi sono la variazione delle imprese attive, i fallimenti, il credito alle imprese, le infrastrutture, la propensione all’innovazione.
Ma come mai le Marche, caratterizzate da sempre da una economia fondata sulla piccola impresa e sull’artigianato, al punto da essere considerate un modello per le altre realtà territoriali italiane, esprimono un così alto disagio imprenditoriale, superando tutte le regioni del Centro Nord?
“Nella nostra regione” spiegano il presidente Cna Marche Gino Sabatini ed il segretario Otello Gregorini “oltre il 90% delle 156.372 imprese attive ha meno di 20 addetti e ben 48.989 sono artigiane. La stragrande maggioranza di queste aziende non ha accesso ai mercati esteri e negli ultimi anni ha pagato pesantemente la crisi del mercato interno e il calo dei consumi. Inoltre siamo una regione dove il manifatturiero pesa più del terziario ed è proprio questo comparto che ha sofferto più di altri la crisi economica”.
Guardando ai singoli indicatori, il Centro Studi Sistema Cna evidenzia come a trascinare le Marche nella parte bassa della graduatoria siano la contrazione dei prestiti alle imprese dove siamo al quarto posto con un eloquente –8%, il numero dei fallimenti (sempre al quarto posto con 27,8 fallimenti ogni mille imprese) e la variazione di imprese attive (quindi con un calo del 4,34%). Male anche i collegamenti che vedono le Marche al quinto posto come disagio ferroviario e al settimo posto come disagio autostradale. In calo anche il valore aggiunto (-6,2%), anche se qui siamo posizionati al 12 esimo posto negli indici di disagio imprenditoriale.
Le imprese marchigiane dimostrano invece un buon tasso di sopravvivenza a cinque anni (il 53,2% è ancora in attività dopo un lustro) e ci difendiamo anche per la percentuale di imprese innovatrici (27,8% anche se in calo rispetto al 29,2 del 2012).
Una curiosità. Stando ai dati di “Fondazione Impresa”, elaborati dal Centro Studi Sistema Cna, per le Marche il 2013 è stato l’anno della ‘banda larga’. Se nel 2012 eravamo ultimi come disponibilità della banda larga da parte delle imprese (la utilizzava il 72,8% contro una media nazionale dell’83,1%), lo scorso anno l’accesso alla banda larga ha riguardato 87,4 imprese su 100 rispetto ad una media nazionale dell’84,1) e soltanto in Piemonte, Trentino e Lombardia hanno saputo fare meglio di noi.
“Si tratta” commentano Sabatini e Gregorini “di un dato incoraggiante che dimostra la capacità delle nostre imprese di innovare ed utilizzare una tecnologia come la banda larga fondamentale per l’allargamento dei mercati, soprattutto all’estero, e per valorizzare la qualità dei prodotti marchigiani. Ora servono passi avanti anche in altri settori, dove siamo ancora carenti come la dotazione infrastrutturale ed il credito alle imprese. Si tratta di due elementi che frenano la competitività delle imprese artigiane e delle piccole imprese marchigiane.
Tocca alle istituzioni ed agli istituti di credito intervenire.
La Cna garantisce la massima collaborazione per migliorare queste criticità che condizionano la nostra economia, sia attraverso l’impegno nel progetto di Macroregione Adriatica per la dotazione infrastrutturale sia con il nostro Confidi unico Fidimpresa Marche, per quanto riguarda le garanzie sui prestiti alle imprese”.