Durante la conferenza stampa di ieri, i segretari della FITA Interprovinciale hanno presentato anche la lettera che, in maniera congiunta con le altre organizzazioni sindacali e di categoria, è stata inviata alle Prefetture delle Marche e che di seguito riportiamo in maniera integrale.

"Le scriventi Organizzazioni Sindacali ed Imprenditoriali, ritengono  necessario e urgente sottoporre alla Sua attenzione e, successivamente e se vorrà condividerne con noi la necessità, a tutte le Autorità della vigilanza e ispettive del nostro territorio, la difficile situazione in cui versa il settore in oggetto nel nostro territorio provinciale.

 Nel trasporto delle merci e nella logistica  la crisi economica e finanziaria ha prodotto , e sta producendo tuttora,  una pesante situazione nelle imprese e un drammatico peggioramento delle condizioni dei lavoratori. L’effetto di tutto questo e’ lo stillicidio di casse integrazioni, di mobilita e licenziamenti che stanno subendo i lavoratori, la chiusura di aziende e, nella migliore delle ipotesi, i ritardi nei pagamenti delle retribuzioni.

In tutto questo si continua ad assistere ad una continua violazione delle leggi, delle norme  nazionali ed europee. Si sta innescando sempre di più una situazione pericolosa, con una competizione che non e’ più basata sul rispetto delle regole ma piuttosto sulla loro  violazione e di questo sono vittime sia i lavoratori che le imprese che vogliono stare sul mercato rispettando leggi e contratti.

A questo purtroppo si aggiunge un pericoloso fenomeno che già da diversi anni sta imperversando nel settore dell’autotrasporto e  che si è accentuato negli ultimi anni, non solo a causa della crisi ma anche di una legislazione non sempre chiara ed efficace.

Ci riferiamo, in particolare,  alle imprese nate surrettiziamente nei paesi  dell’Europa dell’Est (es. Romania, Bulgaria, Polonia, Lituana, Estonia ecc. ecc. ) che vengono ad operare in Italia svolgendo attività di trasporto domestico, applicando ai lavoratori contratti, contribuzione sociale e assicurativa di quei paesi in cui hanno sede legale e consentendo in tal modo di effettuare viaggi con ribassi di tariffe del 20% e oltre, mandando fuori mercato completamente le imprese nazionali o quelle che intendono mantenere un rapporto corretto con i lavoratori retribuendoli secondo il ccnl e pagando la contribuzione previdenziale e assistenziale vigente nel nostro paese.

Molto spesso queste aziende hanno la loro sede operativa in Italia ma i loro mezzi hanno targhe straniere e utilizzano personale proveniente dai paesi d’origine dell’azienda stessa. Non effettuano il cabotaggio, come dovrebbero, e purtroppo, anche per la carenza di controlli, continuano imperterrite ad operare creando danni a tutto il settore.

Nella nostre province  si stanno insediando imprese che hanno sedi operative in regioni vicine ma di fatto propongono tariffe con fortissimi ribassi in quanto utilizzano mezzi e personale provenienti dalla Bulgaria.

Un altro fenomeno che  denunciamo, riguarda l’applicazione della direttiva 96/71 che consente il distacco dei lavoratori effettuato nel quadro di una prestazione di servizi, in Italia. Un fenomeno che  interessa prevalentemente il settore dell’autotrasporto, con aziende interinali estere ( in particolare dalla Romania) che offrono alle imprese nazionali l’utilizzo di autisti a condizioni economiche estremamente vantaggiose, con l’applicazione di contratti e regimi fiscali e previdenziali del paese di provenienza. Considerata  la differenza notevole dei contributi a carico delle imprese (che si ridurrebbero a poche centinaia di euro) le imprese che accettano tale offerta vedono ridursi il costo del lavoro di circa 15mila euro l’anno.  Le imprese di trasporto che  ricorrono  al “lavoro interinale” in tale forma, riducono  i livelli occupazionali in Italia aumentando i costi alla collettività per l’utilizzo ( improprio)  degli ammortizzatori sociali .

Le  aziende artigiane, le piccole e medie imprese italiane che effettuano la vezione con propri veicoli e con propri dipendenti, già in difficoltà per il  drammatico aumento dei costi,  ed ai ritardi ormai cronici, dei pagamenti da parte dei propri committenti  e per la disapplicazione dei costi minimi previsti dall'83/bis (unici beneficiari di questo stato di cose)  devono quindi,  anche difendersi dagli artificiali ed insostenibili ribassi dei noli che proprio grazie a quei comportamenti inaccettabili si rendono possibili. 

Tali comportamenti, al pari dei tentativi sempre più avvertibili dell'illegalità organizzata di utilizzare il settore come una sorta di grande "lavatrice", finiscono per vanificare ogni tentativo di difendere l’attività di quelle aziende dell’autotrasporto e dei lavoratori che nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro, della legislazione vigente in materia di  sicurezza , si impegnano  oggi più che mai affinché  non venga depauperato il patrimonio imprenditoriale e lavorativo del nostro paese.

Stante la difficile e, a nostro giudizio, estremamente rischiosa situazione sopra sinteticamente descritta del settore, siamo a richiederLe un incontro allo scopo di condividere con S.E. le necessarie azioni utili a contrastare il fenomeno.

FILT CGIL MARCHE  Maurizio Amadori

FIT CISL                  Daniela Rossi                                           

UILTRASPORTI        Giorgio Andreani    

CONFARTIGIANATO TRASPORTI        Gilberto Gasparoni

FITA CNA                                           Riccardo Battisti