Sono intervenuto nella seduta di consiglio odierna della Camera di Commercio per portare il mio contributo alle riflessioni che il presidente di Confindustria Fermo, Andrea Santori, ha sottoposto alle istituzioni ed alle associazioni di categoria del territorio sin dall’assemblea dei suoi associati. Tali riflessioni partono da principi che almeno la mia Associazione reputa condivisibili per grandi linee.
Il credito, l’internazionalizzazione delle imprese, la spending review nella Pubblica Amministrazione, la possibilità di accesso agli appalti da parte delle nostre imprese, lo sblocco dei fondi pubblici a disposizione dei Comuni e fermi per il Patto di Stabilità, sono argomenti che interessano le associazioni, gli imprenditori e i lavoratori: auspico quindi un ampio ed aperto confronto sugli argomenti sopra citati tra tutte le associazioni di categoria del territorio, le istituzioni e l’ente camerale che tutti noi rappresentiamo.
A tal proposito ho sottoposto una bozza di progetto per lo sviluppo, l’occupazione e la qualità del sistema economico locale del Fermano, da arricchire con spunti, proposte e idee derivanti dal contributo fattivo di tutte le forze associative, le organizzazioni sindacali e dei consumatori, i professionisti, gli istituti di credito che operano nel nostro territorio, per individuare e realizzare un nuovo percorso di crescita complessiva dell’economia del Fermano.
L’obiettivo è di fare squadra per vincere il difficile confronto che la crisi economica ci rappresenta.
Prioritaria per lo sviluppo del nostro territorio è la costruzione di un sistema relazionale e cooperativo tra istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, soggetti economici, dell’istruzione e della formazione, che possono e debbono giocare un ruolo integrato, fondamentale per favorire la crescita e la competitività dell’intero territorio, sia sotto il profilo economico che sociale.
Prioritario è il sostegno alla crescita del made in Italy, supportando in maniera mirata le imprese, in particolare le Pmi: il made in Italy deve rappresentare sui mercati internazionali uno strumento di valorizzazione della capacità produttiva, della professionalità, della creatività, dei saperi tradizionali e dell’innovazione tecnologica che attraversano trasversalmente il nostro sistema produttivo. Particolare attenzione dobbiamo dedicare ai nostri distretti principali che rappresentano le nostre eccellenze riconosciute a livello mondiale: calzatura e cappello. A questo si aggiunga, nel settore moda, la promozione della tracciabilità attraverso l’Unionfiliere, l’associazione delle Camere di Commercio per la valorizzazione delle filiere del made in Italy
Per l’agroalimentare si dovrebbe costruire un forte sistema integrato, che preveda un progetto integrato di sviluppo che supporti la miriade di piccole e piccolissime imprese produttrici di prodotti tipici e tradizionali che soddisfano mercati di nicchia anche del territorio montano, magari attraverso un marchio territoriale e la tracciabilità del prodotto.
Il turismo nella nostra provincia va ripensato in termini di politica industriale: ciò comporta una visione d’insieme che va dalla fruibilità delle bellezze naturali, architettoniche ed artistiche di cui il nostro territorio è ricco, alla capacità di promozione, passando per la specializzazione del personale dedicato all’accoglienza ed un buon lavoro di marketing anche attraverso i grandi tour operator. Investire sul turismo in un ottica di sinergie tra settori: artigianato, enogastronomia, cultura, attività ricettive e risorse ambientali, agricoltura.
Favorire e diffondere la cultura dell’aggregazione tra Pmi attraverso lo strumento delle reti d’impresa, indispensabile per competere nel mercato globale con una certa massa critica, velocità e flessibilità nelle decisioni, un importante livello di innovazione tecnologica, oltre alla capacità di raggiungere mercati più lontani difficili e poco conosciuti
Promuovere la conoscenza del territorio, del tessuto produttivo, dei prodotti tipici, attraverso la piattaforma internet che sta diventando un canale distributivo sempre più importante per le imprese che si propongono ai mercati nazionali ed internazionali. L’E-commerce è in continua crescita come dimostrano recenti studi : +18% nel 2012 con un fatturato che raggiungerà circa 9,5 miliardi di euro entro fine 2012 e 10 milioni di utenti attivi.
Rafforzare la partecipazione della CCIAA di Fermo al fondo di garanzia regionale, importante strumento per il credito alle imprese.
Sostenere la sinergia tra scuola e mondo del lavoro per una formazione in sintonia con le caratteristiche del territorio e delle imprese e per un maggiore sviluppo delle competenze.
La Camera di Commercio di Fermo è nata nel 2007 e nel suo primo mandato si è inserita nel territorio come primo attore pubblico della nuova Provincia. Mentre gli altri enti istituzionali si stavano organizzando, è intervenuta a sostegno non solo delle imprese ma anche di tante iniziative private, comunali e provinciali, di rilievo con l’intento di promuovere il Fermano nel suo insieme e cercando di far conoscere la nuova provincia sia in Italia che nel mondo. Ha operato in stretto rapporto con le associazioni di categoria per la valorizzazione dei settori economici nostro patrimonio attraverso fiere, missioni promozionali, eventi di immagine.
Nel 2013 scadrà il primo mandato dell’amministrazione camerale e si dovrà rinnovare il consiglio e tutti gli organismi statutari. Si dovrà programmare il prossimo futuro per gli anni 2013-2018 nel contesto storico e congiunturale di cui al quadro di riferimento nazionale e internazionale di grave crisi finanziaria e dei mercati. Dovrà essere progettato un nuovo corso, con al centro degli interessi, le imprese e le famiglie che stanno soffrendo.
Si dovrà realizzare un programma di sostegno a iniziative per la promozione dell’economia locale con un’opportuna ripartizione delle risorse per settori di attività economica, commercio, industria, artigianato, agricoltura con focus particolari su turismo di filiera, agroalimentare e tipicità, pesca, moda e calzatura, internazionalizzazione, credito, istruzione e formazione, reti d’impresa.
Si dovranno realizzare progettazioni ponderate nei minimi dettagli con validità annuale e con l’aiuto delle associazioni di categoria, oltre a rafforzare il ruolo sinergico con le altre istituzioni pubbliche.
Si dovranno concentrare le risorse finanziarie sulle iniziative più importanti, diminuendo i piccoli interventi frazionati e poco produttivi, oltre ad organizzare piani di spesa mirati e deleghe con l’impegno diretto dei consiglieri esperti dei vari settori. Ogni progetto realizzato dovrà essere rendicontato sulle ricadute nel sistema economico del territorio”.