Il Presidente della Cna di Fermo, Sandro Coltrinari, si unisce al grido del Presidente Cna Nazionale e attuale Presidente di Rete Imprese Italia, Ivan Malavasi sulla infondatezza e sulla mancanza di crescita della manovra finanziaria di Ferragosto.
"Il Governo continua a propinarci manovre-spot in cerca di soldi a destra e a manca, dimenticando la crescita. Non ci sono risorse destinate alla crescita – sottolinea Coltrinari – e i famosi tagli ai costi della politica sono inconsistenti e ritardati nel tempo. Il nostro Bel Paese è sull'orlo di un precipizio, occorre mettere un freno al debito, e occorre farlo in fretta. La crisi sta picchiando duro e le piccole imprese, che nel nostro territorio sono parte fondamentale e costituente dell'economia e dei mercati, sono le prime a pagare. la soluzione che spesso sono costrette a trovare è quella del taglio dei posti di lavoro quando si trovano di fronte ad una scelta per evitare la chiusura".
Infatti sul fronte occupazione le cose non vanno meglio: il saldo Unioncamere parla di quasi 90.000 posti in meno a fine anno, in gran parte pagati dalle Pmi.
"Nella manovra sono state inserite misure di revisione agli studi di settore, come lo strumento per misurare la congruità fiscale – continua il Presidente Coltrinari – si tratta di una mancanza di visione sul problema reale che è la difficoltà a proseguire nella loro attività delle aziende nostre associate, non gli si possono chiedere altri sacrifici oltre a quello che già fanno per poter vivere dignitosamente".
Il presidente di Rete Imprese Italia (l'organizzazione delle Pmi che associa Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato, il 60% della ricchezza prodotta dal Paese), boccia la proposta di spalmare il Tfr nella busta paga dei dipendenti: "Il Tfr è una forma di protezione che guarda al futuro, sono assolutamente contrario a cavare soldi maturati dal lavoratore".
Capitolo spinoso, poi, l'aumento dell'Iva sul quale Confcommercio e Confesercenti hanno ingaggiato dura battaglia. E gli artigiani? "E' una posizione condivisa – assicura il presidente di Rete Imprese e della Cna – una scelta che non aiuta la crescita, anzi la deprime. Un punto di Iva vale 8 miliardi, 1 punto di Irpef 3 miliardi, lo scambio tra le due voci significa 5 miliardi in meno nelle tasche degli italiani. Non è poco".
Nelle proposte delle imprese ci sono le opere infrastrutturali cui trovare un via d'urgenza, 7 miliardi di fondi Fas da non perdere, le liberalizzazioni: "le società pubbliche di trasporti, servizi, pulizie vanno messe sul mercato liberando risorse. Altro che la Robin tax". Credito, semplificazione e fisco i punti irrinunciabili del programma Malavasi fino a fine dicembre, quando il timone passerà al presidente Confesercenti Marco Venturi. Lo aspetta un autunno caldissimo, dopo una agosto bollente: "ho grandi timori, un imprenditore ha l'obbligo dell'ottimismo ma è veramente difficile. E pensare che mi dicevano: ti tocca il semestre più fortunato!".