Un’interrogazione che non può che essere condivisa nei suoi principi ispiratori è stata presentata nel corso della seduta alla Camera dei Deputati del 18 Maggio in materia di tutela e autenticità del Marchio CE su prodotti destinati al mercato comunitario.

Nel testo dell’interrogazione, si segnala il fatto che diversi produttori cinesi “copiano” il Marchio CE,attestato di conformità a norma UE che ormai una larghissima parte delle aziende è tenuta ad apporre sui propri prodotti, apponendo come unica modifica uno spazio minore tra le due lettere e dando così un diverso significato al simbolo che figura su prodotti cinesi destinati all’esportazione,per cui C E significa in realtà “China Export”. La difficoltà nella distinzione tra i due marchi da parte di molti acquirenti configura, secondo l’interrogazione, una grave distorsione delle elementari regole della concorrenza, recando danno alle imprese e agli stessi consumatori, che possono essere indotti a ritenere che si sta comprando un prodotto che offre determinate garanzie di qualità e di sicurezza certificate.

Con l’interrogazione si chiede pertanto al Governo di assumere iniziative, anche a livello normativo, volte a debellare questa pratica

All’interrogazione in oggetto ha immediatamente risposto il Ministro per i Rapporti col Parlamento

riconoscendo la sua fondatezza e precisando ulteriormente che nella fattispecie esisterebbero due diversi livelli di illecito, senz’altro più grave quando il Marchio, oltre ad  essere apposto

in modo irregolare dal punto di vista grafico, sottende anche l’effettiva assenza dei requisiti di sicurezza e conformità regolati dalle specifiche normative tecniche di settore.

Entro il 2011 si prevede di realizzare una manifestazione nazionaleche illustrerà i risultati raggiunti.

A fronte delle precisazioni del Ministro gli interroganti, pur condividendo gli obbiettivi illustrati, hanno dichiarato di non ritenersi pienamente soddisfatti, insistendo sul fatto che lo Stato italiano si deve fare portatore esplicito di questa situazione in sede comunitaria, implementando contestualmente i controlli atti a bloccare le esportazioni di prodotti che inducono confusione nel consumatore e che producono effetti distorsivi del mercato.

La  CNA Produzione si farà carico di seguire con attenzione l’evolversi di

questo interessante dibattito a livello istituzionale