Il 10 Maggio a Roma si è svolta la 2° Assemblea di R.ETE. Imprese Italia, l'organizzazione di rappresentanza unitaria delle cinque principali confederazioni dell'artigianato, del commercio e dei servizi di mercato (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) a cui sono intervenuti rappresentanti delle Istituzioni, del mondo politico, imprenditoriale e sindacale.
Nella relazione del Presidente di turno Giorgio Guerrini sono state tracciate sette linee politiche indispensabili per la crescita, da praticare nell'immediato: Semplificazione, Innovazione, Lavoro e Welfare, Mezzogiorno, Europa, Credito, Fisco. La madre di tutte le riforme è la riduzione della pressione fiscale, che resta la priorità del Paese che deve essere accompagnata da una concreta riduzione della spesa pubblica insieme alla lotta all'evasione.
Alla relazione di Giorgio Guerrini è seguito un dibattito tra il Presidente della Fondazione R.ETE. Imprese Italia Giuseppe De Rita ed il giornalista Giovanni Minoli che ha ripercorso il ruolo svolto dalle piccole e medie imprese e dall'impresa diffusa nei 150 anni dall'Unità d'Italia. Le Pmi hanno rappresentato nel corso di questo secolo e mezzo la spinta trainante per lo sviluppo del Paese, per la diffusione del benessere e per la salvaguardia della coesione sociale.
La rappresentanza potenziale di R.eTe.–Imprese Italia
Le 5 organizzazioni di categoria che costituiscono R.eTe. Imprese Italia sono rappresentative delle imprese presenti nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e delle piccole imprese del manifatturiero e delle costruzioni. Si tratta di oltre 4,2 milioni di unità produttive che impiegano, 14,5 milioni di addetti, di cui 9 milioni sono lavoratori dipendenti (tab. 1).
L’area della rappresentanza potenziale copre il 94,7% del tessuto produttivo privato, al netto dell’agricoltura e dei servizi di intermediazione monetaria e finanziaria. Le imprese artigiane sono più di 1,4 milioni e occupano più di 3 milioni di addetti.
Le imprese di R.eTe.–Imprese Italia producono circa il 60% del valore aggiunto italiano e impiegano il 58,5% di tutti gli occupati del Paese (tab. 2).
_________
Per quanto riguarda la numerosità delle imprese (Fonti Istat e Movimprese), sono state considerate tutte le imprese del terziario di mercato ad esclusione di quelle operanti nel settore J (Ateco 2002) dell’intermediazione monetaria e finanziaria. Per l’industria (manifattura e costruzioni) le imprese considerate nella rappresentanza potenziale sono quelle con meno di 50 addetti.